Porsche Got Talent

Non si tratta solo di regalare un sogno a un ragazzo. In questo ultimo anno abbiamo visto studenti che si sono messi in gioco e hanno dimostrato che, quando c’è passione e impegno, si possono raggiungere traguardi inaspettati.

L’idea nasce da un percorso di training avviato da Dorigoni in collaborazione con l’Enaip di Trento.

Enaip è una Scuola professionale di eccellenza, riconosciuta a livello nazionale come una delle migliori realtà formative nell’ambito della formazione a indirizzo professionale.

Oltre alle lezioni teoriche in aula, i ragazzi si sono messi in gioco direttamente nelle nostre officine, affiancati da tecnici qualificati, assaporando così il mondo del lavoro.

Gli studenti più meritevoli hanno potuto poi svolgere con noi uno stage curriculare e, proprio dal Centro Porsche Trento, è partita la storia di Cristian.

Cristian Zanetti, 18 anni appena compiuti, è il tecnico Porsche più giovane dell’azienda.

Selezionato tra i migliori studenti dell’anno, è stato assunto dopo il percorso di stage, integrandosi subito nel team, grazie anche alla forte propensione al lavoro di squadra che caratterizza il nostro Centro.

E per conoscerlo un po’ di più gli abbiamo fatto una breve intervista.

Cristian, quando ti è venuta la passione delle auto?

Da quando ho 10 anni aiuto mio fratello lavorando dietro alle macchine. È una passione che condividiamo da sempre. All’inizio aggiustavo le moto degli amici, poi mi sono reso conto che il percorso di auto riparazione avrebbe potuto essere davvero la mia strada, se non altro la mia passione.

Così hai scelto l’Enaip di Trento.

Era la scelta più naturale. A scuola ero bravo, mi piaceva ciò che facevo, non mi dovevo sforzare.

Ho sempre avuto un interesse per la meccanica pura. Non è detto che un patito di auto sia interessato anche ai motori e la differenza ti indirizza da che parte stare.

Avresti mai immaginato di essere assunto da un’azienda importante come Porsche come primo impiego?

Assolutamente no. Ho vissuto la proposta come un’opportunità di crescita. Se mi faccio 80 km al giorno per venire a lavorare qui (Cristian è di Ponte Arche) è perché mi piace davvero.

Io non vengo da una famiglia di meccanici, mio papà fa il maestro. L’interesse per questo lavoro, e per il marchio Porsche, l’ho condiviso sempre con mio fratello.

Dove ti immagini tra 10 anni?

In una mia attività. Mi piacerebbe aprire un’officina con mio fratello, lavorando anche sulle macchine d’epoca, magari proprio Porsche.

In questi anni voglio capire che tipo di officina. Vorrei offrire servizi diversi, soprattutto basati sulle preparazioni e le ottimizzazioni.

Cosa dicono i tuoi compagni? La famiglia?

Sono tutti contenti, fanno molte domande, soprattutto su come si svolge il lavoro.

Qual è l’aspetto che ti ha colpito di più del lavoro?

Il lavoro è come me lo immaginavo. Dopo l’apertura del quarto anno e lo stage di 2 mesi, quando mi hanno assunto sapevo dove sarei venuto.

Mi è subito piaciuto il fatto che ci fosse un team giovane, con persone dedicate da cui trarre esempio. I tecnici qui non sono gelosi, condividono le loro esperienze.

Non sono qua per il marchio “che fa figo”, ma per imparare, e l’ambiente è stato subito accogliente.

Su Taycan inizierai a vedere anche tutte le peculiarità dei motori elettrici.

Il mondo elettrico mi incuriosisce. Già a scuola abbiamo introdotto il tema, la direzione è quella.

Io preferisco il motore termico, ma non sono un purista.

Cosa pensi della polemica sui giovani che non hanno voglia di lavorare?

Probabilmente manca loro una passione o un interesse. Molte volte le scelte dei ragazzi sono influenzate dai genitori. C’è ancora l’idea che se non sei laureato non vali.

Se una materia non ti interessa non avrai mai voglia di fare sacrifici. Se invece hai una passione che ti sprona, i sacrifici diventano un mezzo per ottenere ciò che vuoi.

Forse a qualcuno manca la determinazione, la possibilità inseguire le proprie idee.

Ultima domanda, la tua Porsche preferita?

La 964, una Classic. Ma mi andrebbe benissimo anche la GT3 RS.